1140 motori e elettrici e 23 accessori sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza nel porto di Vado Ligure. I container erano a bordo di una nave cinese battente bandiera di Hong Kong. Indagini incorso
Con il boom delle autovetture elettriche e ibride che incombe, anche il malaffare potrebbe iniziare a spostare il proprio centro di interesse su un settore fin qui poco esplorato. Si può spiegare così il maxisequestro di motori elettrici effettuato dalla Guardia di Finanza nel porto di Vado Ligure.
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Nuovo business per la criminalità
1140 motori elettrici e 23 accessori. Questo il bilancio delle perquisizioni operate dagli investigatori. Tutto per un valore di oltre 110mila euro. Potremmo essere quindi di fronte a una delle prime attività d’indagine che mettono sotto la lente d’ingrandimento una possibile nuova fonte di lucro per criminali e contrabbandieri.
I motori e l’altra merce, che è stata sottoposta a sequestro, erano contenuti in due container appena giunti nel porto di Vado Ligure. Gli enormi cassoni erano a bordo di una motonave proveniente dalla Cina battente bandiera di Hong Kong. Il reato che si ipotizza è quello di vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
I prodotti rinvenuti, infatti, sono stati classificati come prodotti non finiti. Secondo i primi accertamenti, si tratta di alcune parti della componentistica da installare poi su un cormo meccanico. Resta da capire se tali parti potessero poi essere destinati a veicoli o a funzionalità quali pompe, ventilatori e macchinari di produzione.
Il blitz della Guardia di Finanza
L’operazione effettuata dalle Fiamme Gialle di Savona è svolta in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Savona. L’ispezione dei container ha consentito di accertare la presenza di prodotti di un noto marchio di motori elettrici. I motori erano in parte privi dell’indicazione di provenienza geografica e in parte recanti l’indicazione di un indirizzo polacco.
Il carico, destinato a una società lombarda molto nota e prestigiosa, con sede a Sesto San Giovanni. Sul punto, però, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Oltre al sequestro del materiale, per il legale rappresentante della società che ha importato il materiale è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria. Ma le indagini proseguono.