Dalle auto a guida autonomo fino ai mezzi che aiutano il vivere quotidiano di tutti. Ecco la spazzatrice che sembra un hypercar. I dettagli
In Finlandia, a Helsinski, è stata avviata una sperimentazione con un veicolo, il Trombia Free, che servirà a pulire le strade della capitale finlandese esattamente come i robot casalinghi tengono puliti gli ambienti domestici e quelli tagliaerba i giardini.
Anche se questo modello in particolare è diverso dai suoi simili dato che ha l’arduo compito di operare in un ambiente nel quale il traffico fa da padrone. Proprio per questo, è dotato di sistemi di guida autonoma di ultima generazione.
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E’ stato sviluppato e prodotto da Trombia Technologies ed è una spazzatrice stradale elettrica completamente autonoma e presentata per la prima volta un anno fa.
Il primo obiettivo sarà quello di pulire le piste ciclabili e di fare un ottimo lavoro anche nelle strade di notte.
Questo veicolo ha un design molto particolare che ricorda quello di un hypercar. Misura 3,52 m di lunghezza, 2,3 di larghezza e pesa circa 2600 chilogrammi. Ovviamente, è in grado di rilevare qualsiasi tipo di ostacolo o persona che si muove attorno al suo tragitto.
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Tuttavia, durante la sperimentazione è controllata assiduamente da un operatore umano per evitare situazioni irreparabili. E’ molto silenziosa, ciò permette di lavorare anche negli orari più scomodi senza disturbare nessuno.
Ma come fa ad evitare gli ostacoli? Questo pulitore utilizza la tecnologia LiDAR e quella di visione artificiale. Può operare ad una velocità che raggiunge i 16 km/h.
Utilizza meno del 15° di energia e addirittura il 95% in meno di acqua necessaria alle pulitrici tradizionali .
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Per un turno di lavoro consuma fra i 6 e i 10 kWh. Le spazzatrici diesel, per fare un parallelo, ne impiegano da un minimo di 70 a un massimo di 130. Con una carica completa, il range può raggiungere le 17 ore in condizioni normali.
Se poi viene utilizzata la potenza massima, la carica lievita fino ad un massimo di 8 ore. Il robot finirà in prevendita a partire dal 2022. Le opzioni di batteria sono due agli ioni di litio. Il prezzo, ad oggi, rimane ancora sconosciuto.
La Trombia Free è soltanto l’ultimo veicolo costruito a guida autonoma, caratterizzato dal sempre più diffuso motore elettrico. Questi modelli sono in grado di rilevare l’ambiente e la navigazione senza alcun intervento umano.
Esistono, come nel caso della creatura finlandese, macchine robotiche che vanno da navette all’aperto a mini convogli adibiti al raccoglimenti di rifiuti in mare aperto.
Tutti questi sono in grado di aggiornare le proprie mappe in base ad imput sensoriali che permettono ai veicoli di ricordare la propria posizione anche quando variano le condizioni o si trovano in luoghi fino a quel momento inesplorati. Ma sono pericolosi o veramente utili?
Tra i vantaggi della guida autonoma si conta la riduzione del 90% degli incidenti stradali: questa statistica è importantissima, perché significa che è possibile salvare milioni di persone all’anno.
In più, persone con disabilità, ma anche anziani e giovani avrebbero maggiore libertà di movimento. Ne trarrebbe vantaggi importanti anche la gestione del traffico che verrebbe migliorato con una diminuzione notevole di emissioni.
Non tutto è però rose e fiori. In alcune occasioni, infatti, le aziende potrebbero trovarsi a dover scegliere tra il preservare l’incolumità dei passeggeri, che porterebbe ad un complessivo peggioramento della sicurezza della totalità della popolazione, o cercare di minimizzare il rischio generale.
In questo caso, i singoli soggetti potrebbero essere non disposti a farsi mettere in secondo piano scegliendo così tecnologie inferiori che comprometterebbero l’ecosistema.
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Un altro aspetto da considerare è quello della possibile perdita di posti di lavoro in rami come quello degli autotrasporti e dei taxi. In più, nel produrre questo tipo di auto si hanno maggiori emissioni inquinanti a causa della loro complessità. Insomma, bisognerà trovare i giusti compromessi per tutti.
Lo sviluppo dei veicoli a guida autonoma, va ricordato, è ancora acerbo. E infatti possono essere coinvolti in incidenti. In caso capitasse, la “colpa” verrebbe divisa tra il proprietario della vettura, il produttore e chi ha lavorato dietro al software di guida.
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Come se non bastasse, a livello penale non c’è così tanta chiarezza. La responsabilità, quantomeno in Italia, è infatti soggettiva. Sul piano civile dipende invece da paese a paese. Restano comunque tanti dubbi più che leciti su un sistema di guida che, per ora, non è ancora pronto a migliorare la vita delle persone.
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