La polizza collettiva è la soluzione ideale per risparmiare sull’Rc auto: ecco come funziona e quali sono i parametri per poterla richiedere.
Provare amore per la propria auto è normale, ma spesso a rovinare l’idillio sono i tanti costi aggiuntivi che rendono il mantenimento della propria vettura un vero bagno di sangue. Tra questi, l’assicurazione è uno dei meno ‘simpatici’ agli italiani. Ma esiste un modo per risparmiare sull’Rc Auto, una novità adottata da un numero sempre più ampio di compagnie assicurative. Di cosa si tratta? Della polizza collettiva.
Unirsi a un gruppo di automobilisti per strappare un prezzo vantaggioso è possibile. Ma attenzione: non tutti possono rientrare nei parametri imposti dalle varie assicurazioni. Scopriamo insieme come funziona questa formula, e quali sono i limiti per potervi aderire.
Formula particolare che permette al consumatore di risparmiare sul prezzo finale dividendolo con altri autisti, spesso viene proposta come alternativa dalle stesse compagnie. Non è l’unico modo per riuscire limare i costi della polizza auto, ma si tratta comunque di una soluzione molto intrigante, che segue la scia di alcuni abbonamenti per svariati servizi molto lontani da quello assicurativo (pensiamo all’abbonamento Family di Spotify o al sito Togetherprice per condividere varie piattaforme streaming).
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Per potera aderire a un accordo delle associazione dei consumatori basta avanzare una ‘candidatura’ presso uno dei gruppi già esistenti. Servono però alcuni requisiti necessari. Innanzitutto, bisogna dimostrare di non essere soggetti a rischio truffa. Ovviamente, verrà controllato lo storico degli incidenti. Difficilmente potrà rientrare in una polizza collettiva un autista che sia stato coinvolto in frequenti sinstri stradali. I parametri d’accesso variano però non solo dalla compagnia assicurativa, ma anche dal mezzo di proprietà.
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In linea di massima, tale soluzione viene offerta a possessori di vetture che siano già state assicurate con la compagnia prescelta. Non di rado viene inoltre fissato un limite di percorrenza annuale (20mila km di norma), per rendere ancora più difficile il verificarsi di un incidente. Inoltre, non è possibile che a una polizza collettiva possano aderire neopatentati (meno di tre anni dal conseguimento) o guidatori giovani (sotto i 26 anni). Insomma, i paletti non sono pochi. Ma il risparmio una volta sottoscritto l’accordo è garantito. Per poterne sapere di più valuta la solidità della compagnia assicurativa tramite i portali dell’Ivass e dell’Ania.
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