Rissa nel Mondiale kart e maxi squalifica: la FIA prende una decisione netta riguardo a quanto successo lo scorso ottobre nella categoria.
Nel motorsport ne abbiamo visti tanti, più o meno violenti, di gesti che con il fair play e lo spirito agonistico hanno ben poco a che vedere. Quanto accaduto nel Mondiale kart, però, è andato oltre il limite che le organizzazioni possono permettere o accettare.
Luca Corberi, protagonista del fattaccio, è stato condannato a 15 anni di squalifica da qualsiasi sport motoristico al mondo a causa di un folle gesto che risale al 4 ottobre 2020.
Il 23enne italiano, durante la finale del Mondiale FIA KZ, in programma al South Garda Karting di Lonato a Brescia, ha preso il musetto staccatosi dal suo mezzo dopo uno scontro con Franco Ippolito e lo ha scagliato contro il rivale ancora in pista.
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Non c’è bisogno di spiegare quanto possa essere terribile un gesto del genere. Adesso Corberi e il suo avvocato hanno una settimana di tempo esatta per fare appello ad una sentenza che, però, lascia poco spazio a dubbi.
In quell’occasione, l’ormai ex pilota che è stato criticato duramente anche da personaggi provenienti dal mondo della F1 – Felipe Massa, Max Verstappen, George Russell e Lance Stroll in primis – è stato protagonista con lo stesso Ippolito di una rissa nel parco chiuso. Grazie all’intervento del padre del giovane e di alcuni piloti, però, si sono evitate conseguenze peggiori.
Mondiale kart, la sanzione salata che “salva” corberi: ecco perché
Come detto, tra il lancio dell’alettone e la rissa fuori pista la FIA non ha fatto sconti a Luca Corberi, che come spiegato in una nota dalla federazione non potrà prendere parte in alcun modo sia ad eventi organizzati da loro e dall’Ats, sia a quelli di membri e titolari di licenza affini.
Il motivo è semplice: si tratta di azioni gravissime che avrebbero potuto provocare lesioni per un qualsiasi pilota partecipante alla corsa compreso lo stesso Corberi.
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In più, il giovane ex pilota non potrà agire all’interno del mondo dei motori in alcun modo, nemmeno all’interno di un organo della federazione, qualunque esso sia.
Una sentenza pesante che però non gli impedirà tra 15 anni di tornare a gareggiare. Non si tratta, infatti, di una sanzione che lo terrà lontano dal mondo dei motori a vita. Anche se, questo precedente, molto probabilmente non se lo dimenticherà davvero nessuno.