Un progetto ambizioso che ha unito l’Europa, guidato da un italiano, l’esperimento ben riuscito ha unito due icone automobilistiche senza tempo: Porsche e Citroen.
Prendi due delle auto con il design più bello di sempre, una riconosciuta come la più sportiva e l’altra come la più “futuristica” già alla fine degli anni ’50, e fondile insieme, il risultato è la meravigliosa 911DS.
L’idea è di Brandpower, un gruppo affiato di professionisti fondato dall’italiano Carlo Muttoni, che racchiude esperti di ogni genere tra cui addirittura un antropologo. Il responsabile tecnico del progetto Citroen/Porsche fu, invece, l’ingegnere Stewart Johnson, di Inter Box Mechanics.
Nel 2013 il team si è avventurato in una “costruzione” davvero folle e rischiosa, perché nessuno prima di allora aveva osato “toccare” due mostri sacri dell’automobilismo come la Porsche 911 e la Citroen DS. Il risultato, come vedete dalle foto, è stato a dir poco emozionante ed è costato un gran lavoro di progettazione e di test in pista per creare questo “mostro” davvero bello da guardare e non solo.
Si è partiti da un progetto su carta, per capire dove e come tagliare le due auto storiche ed unirle in un corpo solo, aiutati inizialmente da modellini in scala. Dopo aver capito come “unire” le due auto, nascevano dei problemi legati al motore scelto, che era quello della Porsche, il famigerato Boxer 3.0 turbo da 260 cavalli raffreddato ad aria, che, nel caso specifico fu trasformato con raffreddamento a liquido.
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Il risultato della fusione delle auto insieme, è qualcosa di veramente incredibile, l’anteriore, fino agli sportelli è quello di una Porsche 911, mentre da metà auto fino alla fine troviamo una Citroen DS. Il colore scelto per la verniciatura è un tipico arancio Porsche molto in voga negli anni ’70, con la banda adesiva laterale di colore nero recante la scritta “Porsche Citroen”.
Ad un occhio attento non sfuggirà il fatto che il parabrezza della 911, è stato necessariamente alzato rispetto alla versione originale per consentire l’attacco al tetto più alto della DS, ma è un dettaglio quasi impercettibile perché si rimane così affascinati dall’insieme della creazione che è difficile notare altri particolari.
Passando alla parte posteriore dell’auto, troviamo esattamente una Citroen DS, se non fosse per quello che è nascosto sotto al cofano, ovvero il motore Boxer con inclinazione di 90 gradi che trasmette direttamente la trazione alle ruote dietro, ruote con cerchi in lega Porsche. L’alloggiamento del propulsore, nel piccolo cofano posteriore della DS, è stata una delle operazioni più complicate, ed ha obbligato i progettisti a fare delle modifiche all’interno dell’abitacolo, spostando in avanti di circa 20 centimetri i sedili posteriori dell’auto.
La struttura portante dell’auto, e quindi il telaio, sono stati ricostruiti ad ‘ok per supportare sia le due scocche totalmente differenti, che resistere alle elevate sollecitazioni fornite dai 260 cavalli di potenza con trazione posteriore. Chi ha avuto il piacere di guidare quest’auto, ha dichiarato che la sensazione è davvero piacevole anche se difficile da “gestire” al limite. Per noi amanti delle auto, invece, resta il piacere di aver goduto di un’opera d’arte a quattro ruote, che a suo modo ha anche unito l’Europa mettendo insieme l’estro italiano, con la potenza tedesca ed il fascino francese.
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