Negli ultimi mesi abbiamo visto molti incidenti in cui erano protagoniste auto e parcheggi con “sfondamenti” di muri e veicoli che penzolano nel vuoto.
E’ ritornato agli onori di cronaca anche l’AutoPilot di Tesla, che in passato ha provocato diversi incidenti, scatenando polemiche sul sistema di guida autonoma dell’azienda di Palo Alto. Nell’incidente occorso qualche giorno fa, che vede una Tesla Model 3 protagonista, i fatti sono andati diversamente.
Ci troviamo all’interno di un parcheggio multipiano, ed un addetto del garage, mentre spostava la vettura di un cliente, dopo un curva, invece di usare il pedale del freno, ha schiacciato bruscamente su quello dell’acceleratore, centrando in pieno altre due auto parcheggiate, una delle quali, a seguito del forte urto ha distrutto il muro del garage al primo piano di un edificio rischiando di volare in strada.
Immediatamente, il parcheggiatore, memore delle polemiche aperte su Tesla, per scaricarsi dalla sua responsabilità, ha accusato “la vettura”, affermando che la Model 3, era impazzita all’improvviso ed ha iniziato a guidare “da sola” facendolo sbattere contro le auto in sosta. A questa bizzarra ricostruzione, inizialmente, hanno creduto tutti, comprese le compagnie di assicurazione, mentre per il proprietario del veicolo, qualcosa non tornava.
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La scatola nera di Tesla
Lo sfortunato proprietario della Model 3, conoscendo le potenzialità della sua auto, allora, si è subito rivolto ai tecnici di Tesla, chiedendo di recuperare i dati che la vettura registra grazie all’ EDR (Event Data Recorder), un sistema in grado di registrare e filmare qualsiasi spostamento ed anomalia dell’auto, esattamente come la scatola nera di un aeroplano.
Stranamente, la casa californiana di auto elettrica, ha rifiutato la richiesta di estrazione dei dati per ragioni di privacy, ma l’automobilista, non si è perso d’animo, e, spendendo circa 1.300 dollari, ha commissionato l’operazione ad un tecnico privato. Dall’analisi dei dati è risultato, non solo che l’autopilot non era inserito al momento dell’impatto, ma addirittura il peso del pilota che guidava in quel momento, la velocità dell’impatto, e, soprattutto, tutta la registrazione filmata dell’incidente, che vi riproponiamo dopo che il canale Wham Baam l’ha pubblicato.
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Dai dati registrati dall’EDR, risulta anche chiaramente come il parcheggiatore, abbia impresso, poco prima dell’impatto fatale, il 100% di pressione sul pedale di destra e lo 0% su quello di sinistra, ovvero del freno. Quindi il maldestro driver, è stato smascherato e sarà chiamato a risarcire non solo i danni (ingenti) provocati alla Tesla, ma anche quelli provocati alle altro due auto devastate ed alla struttura del garage, che per fortuna non ha fatto feriti con le pietre che sono atterrate sulla strada sottostante.
In questi casi, possiamo davvero affermare che le bugie hanno le gambe corte, specialmente se la tecnologia ci aiuta a smascherarle.