La mitica Fiat 127 nasce a Torino nel 1971, e dopo mezzo secolo si ripresenta in versione moderna grazie a David Obendorfer.
La 127 sostituiva l’altro cavallo di battaglia Fiat rappresentato dalla 850, da cui prendeva in prestito il motore, che però sulla nuova utilitaria, era montato davanti, con la trazione anteriore ed il cambio a 4 marce. L’auto aveva una eccezionale tenuta di strada e prestazione interessanti con una velocità di punta di 140 km/h e spazi d’arresto limitati grazie all’adozione dei freni a disco anteriori.
Le prime serie erano delle 2 porte secche, con il bagagliaio posteriore che si apriva solo nella parte inferiore e non anche il lunotto. Questo fino al 1975 con il primo restyling e l’introduzione della 3 porte.
Nel 1977 la piccola Fiat subì un profondo restyling estetico e l’introduzione di una nuova motorizzazione che vedeva aumentare la cilindrata da 903 cc a 1.050cc (anche se il primo motore non fu tolto dai listini). Nell’anno successivo arriva poi la 127 Sport, che con i suoi 70 cavalli, alimentati da un carburatore a doppio corpo, segna l’era della sportività in casa Fiat.
Agli inizi del 1982, arriva la terza serie, che lascia invariate le motorizzazioni, eccetto quella della versione Sport, che monta ora un motore 1.300 da 75 cavalli, e finalmente, un cambio manuale e 5 marce. Ancora, in quegli anni, Fiat 127 era un delle auto più vendute in Italia, anche se l’uscita della Ritmo iniziava ad infastidire il mercato della fortunata vettura 3 porte.
Come successe per la Autobianchi A112, l’ultima versione di 127, venne denominata “unificata”, ed intorno alla metà del 1983 iniziò un lento declino, causato dall’arrivo della UNO, che culminò, nello stesso anno con l’uscita dai listini dei modelli a benzina.
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Un omaggio all’ideatore della Fiat 127 (Pio Manzù)
Il designer DAVID OBENDORFER, ci regala questa reinterpretazione della mitica auto torinese. Un render che non ci dispiacerebbe rivedere presto in strada, magari preso in considerazione da Stellantis.
Le linee sono molto simili alla 127 degli anni ’70, ma si nota un tocco di modernità nella totale assenza dei famosi paraurti sporgenti, che in questa versione sono totalmente integrati nella carrozzeria. La parte posteriore invece richiama esattamente l’auto originale ma con dei fanali di ultima generazione a led, mentre l’anteriore differisce dal modello d’epoca per la posizione dei fari, che ricordano un pochino dei rendere famosi di una casa francese.
L’interno è un concentrato di tecnologia e “lusso”, con molte parti prese in prestito dalla Fiat 500X, come il volante ed il cambio. Sedili e cruscotto sono rivestiti in pelle ed una fascia in alluminio lucidato spezza il color “biscotto” del tessuto pregiato.