Giacomo Agostini ha vinto 15 titoli mondiali nel motomondiale, ma la sua storia sarebbe potuta essere ben diversa.
Giacomo Agostini ha avuto una grande carriera nel motomondiale, con ben 15 titoli vinti tra 500 e classi minori. Le sue vittorie nelle moto sono rimaste nella leggenda, ma la storia sarebbe potuta andare in modo decisamente diverso.
In un’intervista rilasciata per il Corriere della Sera, infatti, Mino ha parlato della sua grande passione per le auto. Addirittura, ha raccontato della sua scelta tra Ferrari e motomondiale alla fine degli anni 60, presa dopo un incontro con il Drake a Modena, dopo aver provato una Dino 206 S Berlinetta.
Enzo Ferrari gli propose di correre per lui in Formula 1, ma alla fine il 15 volte campione del mondo preferì le moto. Bene fece, ovviamente, non solo per i titoli e i record, ma anche per la grande simbiosi con MV Augusta che lo ha proiettato nell’immaginario collettivo come eroe nazionale.
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Il discorso tra le macchine da corsa e Giacomo Agostini, però, non era ancora chiuso dopo gli anni 60. Infatti, si riaprì dopo la fine della carriera nel motomondiale, ciò nel 1977. L’anno dopo, partecipò al campionato di Formula 2 con Chevron, e tra 1979-1980 guidò una Williams nella Formula 1 Aurora in Gran Bretagna.
La sua bravura, nonostante la mancanza della vittoria, gli valse l’agguanto di ben 7 podi, ma alla fine del 1980, Agostini decise di ritirarsi definitivamente dalle competizioni agonistiche. Certamente, si può dire che lui cercò di seguire le orme di John Surtees, unico campione del mondo sia del motomondiale che della F1.
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Ancora, un altro che poteva fare come l’inglese, è stato Valentino Rossi. Il campione di Tavullia, dopo essersi avvicinato al grande Agostini, avrebbe potuto scegliere di andare a correre per Ferrari, ma non lo ha fatto, regalandoci gare memorabili come Laguna Seca 2008 e Barcellona 2009.
Giacomo Agostini, dunque, è una leggenda delle due ruote, ma vista la sua passione e bravura, gli avrebbe certamente permesso di svettare anche nel mondo delle quattro ruote. Tuttavia, alla fine, è stato giusto così, Mino infatti ci ha regalato una carriera straordinaria.
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