A Dubai e nel resto degli Emirati, ci sono interi luoghi in cui sono abbandonate molte supercar.
Gli Emirati Arabi Uniti sono un paese molto ricco grazie al petrolio. Con il boom avuto a inizio anni 2000, tanti si sono “buttati” in questo stato con diversi investimenti, più o meno fruttuosi. In particolare, lo status di ricchi si esibisce sfoggiando oggetti da Paperon de’ Paperoni, come le supercar.
Ferrari, Lamborghini, Mercedes, Audi, McLaren, Bmw, Aston Martin, chi più ne ha più ne metta. Tantissime di queste supercar, tuttavia, sono molte volte abbandonate nei parcheggi o nei depositi, un vero e proprio delitto per tutti gli appassionati di auto.
Durante il corso degli anni, addirittura è arrivata una nuova professione: il cacciatore di auto, proprio di supercar. Chi ha assunto questo ruolo, doveva appunto trovare quante più macchine top di gamma, in particolare il luogo prescelto era Dubai, che ha vissuto maggiormente questo fenomeno dell’abbandono.
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Supercar abbandonate, cosa c’è dietro
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— Dubai Informer (@Dubaiinformer) August 9, 2019
Dietro le supercar abbandonate c’è la legge in vigore negli Emirati Arabi Uniti. In questo stato, quando non si riesce a ripagare i debiti verso altri, si può venire espropriati di tutti i propri beni, auto di lusso incluse. Queste poi, vengono lasciate nei depositi, esposte all’incuria, e anche alle truffe.
Secondo una società italiana che opera anche negli Emirati, la Falcon Advice, tutte le macchine importanti abbandonate, possono essere usate per truffare le persone. Infatti, si fanno foto alle auto, che poi vengono girate in Italia, per chiedere una piccola caparra, rispetto al prezzo vero e proprio.
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Le supercar, ovviamente, non vengono mai mandate agli acquirenti, anzi, il ciclo non finisce mai, infatti la stessa macchina può essere acquistata da più persone contemporaneamente. Questo, aumenta il giro di soldi illegale, e alimenta la truffa.
Il sogno delle supercar a Dubai, e negli Emirati Arabi Uniti, dunque, mostra che non è tutto di rose e fiori. Le leggi vigenti nel paese, che sfociano anche in percosse sull’imputato, sono la dimostrazione di un paese ancora agli albori della civiltà, che tra l’altro, non riesce o non vuole contrastare i truffatori.