La Ferrari si prepara alla prossima stagione sportiva, con le Finali Mondiali 2020, disputate a Misano. Ma, il CEO latita ancora.
La nuova stagione sportiva si sta per aprire, e la Ferrari è pronta. Tanti gli impegni che aspettano gli uomini di Maranello, che hanno chiuso la stagione passata, hanno aperta quella attuale, con le Finali Mondiali 2020, disputate a Misano.
Il Covid, aveva fatto rimandare l’organizzazione dell’evento a data da destinarsi, con la decisione presa a dicembre di fare le Finali Mondiali a marzo. Così facendo, si dà un taglio all’anno passato, e si inizia al meglio quello nuovo.
Il Covid, tuttavia, non ha permesso come è risaputo, che il pubblico entrasse a vedere l’evento. Però, ci sono state comunque le gare e le parta di macchine del cavallino rampante. Uno show, che è di buon auspicio per tutti i piloti impegnati nella stagione sportiva.
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Ferrari, il nuovo CEO latita
Le Finali Mondiali, hanno visto l’assegnazione del Trofeo Pirelli, della Coppa Shell e infine il già citato show, con la parata fatta di donuts sull’asfalto. Non sono mancati i colpi di scena, con la squalifica del vincitore del Trofeo Pirelli, per irregolarità nella vettura, che montava pezzi non omologati e dati da Ferrari.
Tutto questo show, avviene anche per distendere la tensione e cerca di dare tranquillità ad un ambiente, che ancora non ha una figura nel ruolo di CEO. Al momento John Elkann, il presidente della Ferrari, sta svolgendo entrambi i ruoli, ma la ricerca è sempre attiva.
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L’attesa per questa nuova figura all’interno della dirigenza del cavallino, è spasmodica. Dopo la smentita dell’attuale CEO di Gucci, Marco Bizzarri, i tempi stringono, con la stagione sportiva che non può partire senza qualcuno che prenda decisioni aziendali e proprio relative al motorsport.
La Ferrari, quindi, si trova di fronte ad una strada difficile, che non dà molta tranquillità. Inoltre, questi sono giorni di attesa anche per lo svelamento della nuova macchina di F1, che dopo la pessima stagione dell’anno scorso, deve dare forti risposte. Però, se non c’è nessuno a “bacchettare” chi fa gli errori, la Ferrari difficilmente potrà fare il salto di qualità che le compete.