Come dimenticare la vettura che ha fatto battere il cuore a tutti gli appassionati di auto tra il 1985 e il 1986. Lancia Delta S4, un mito, paragonabile probabilmente solo a Ferrari F40.
Sono passati più di 35 anni, ma nessuno l’ha dimenticata. Era un sogno inarrivabile, prodotta, in versione stradale solo in 200 esemplari. Oltre ai record nelle competizioni rally, era il chiodo fisso di ogni appassionato, con due posti secchi, un roll bar interno, una forma, forse, un po’ sgraziata, ma che trasudava potenza e competizione.
Il motore era un 1.8 cc turbo compresso, con cambio manuale a 5 rapporti e ben 250 cavalli di potenza, La trazione? INTEGRALE naturalmente. Già all’epoca il prezzo era proibitivo, ed oggi, è addirittura più alto, si narrano “leggende” di S4 vendute ad oltre 1 milione di euro.
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Il designer umbro, Sebastiano Ciarcià, ha recentemente pubblicato un suo progetto, per non dire “sogno”, di come vede la futura auto sportiva italiana. Da sempre appassionato del marchio Lancia, il professionista, ha creato un vero e proprio render “mostruoso”. Le linee dell’auto, sono un mix, perfettamente fuso di: passato, presente e futuro.
Immancabile la grafica Martini Racing, mentre il concetto dell’auto è sempre quello di 35 anni fa. Super sportiva, due posti, muscolosa. La coda leggermente arrotondata e più corta del muso imponente. Scarichi centrali e tanto carbonio, oltre a vistose prese d’aria sia all’anteriore che, come l’antenata, sui montanti laterali dell’auto.
Nella parte posteriore troviamo il motore in bella vista, protetto da una copertura fumé, che lascia intravedere il sexy propulsore, e i due scarichi centrali ed alti che fuoriescono dal cofano. Sempre dietro, troviamo un gigantesco alettone e i parafanghi super allargati per contenere le ruote, gommate, rigorosamente, Pirelli.
L’anteriore, invece, rappresenta la parte più moderna dell’auto, con un atteggiamento rivolto al futuro. Un po’ più spigoloso del posteriore, in stile “transformer”, con due strisce a led al posto del vecchi fanali rotondi.
A questo punto non ci resta che “sperare” che la nuova Atlantis, prenda in considerazione questo revival e, perché no, inizi a produrre questo bolide, che potremmo accettare, addirittura, in versione elettrificata, l’importante è che ritorni sulle nostre strade, per non abbandonarci mai più.
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