Nel 1990, la Honda, dopo numerosi successi in Formula1, decise di dichiarare guerra a Ferrari anche su strada, producendo la NSX, la prima super car giapponese in grado di reggere il confronto con le super car italiane e le tedesche.
Per progettare, costruire e collaudare, l’auto sportiva, i tecnici Honda, chiesero la collaborazioni dell’allora pilota di F1 dell’omonima scuderia, Ayrton Senna.
Il pilota, prematuramente scomparso in un incidente, nel maggio del 1994, durante il gran premio di San Marino, non ha certo bisogno di presentazioni. Quando una vettura viene migliorata, dopo essere stata collaudata, dal mito dell’automobilismo sportivo mondiale, sicuramente il risultato finale, rappresenta l’eccellenza, e così fu per “rossa” nipponica.
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Senna, diede un contributo fondamentale, chiedendo di irrigidire il telaio principalmente, e riuscì a far settare le sospensioni dell’auto in modo da renderla, oltre che prestazionale, sicura e intuitiva nella guida.
Proprio il telaio, rappresenta, un punto cruciale nella storia di questa vettura, perché, fu la prima in assoluto a vantare una struttura totalmente in alluminio.
Prestazioni da record per l’epoca. La Honda, montava un motore centrale 3.000 di cilindrata V6 con 4 valvole per cilindro, trazione posteriore. Erogava 269 cavalli, e raggiungeva i 100 km/h da fermo in meno di 6 secondi, mentre la velocità massima era di 270 km/h.
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Dopo oltre 30 anni, rieccola, la NSX, che torna con lo stesso spirito innovativo degli anni ’90. Linea sportiva e pulita, mai “pacchiana” e senza i grossi alettoni, tipici dei modelli “fast&furios” giapponesi.
L’auto è dotata di un motore termico 3.5lt biturbo da 581 cavalli, con cambio automatico a 9 rapporti. Troviamo poi un motore elettrico posteriore da 48 cv, e due propulsori elettrici anteriori (uno per ruota) da 37 cavalli ciascuno.
La trazione è integrale e tutte le funzioni della vettura sono gestite da una centralina elettronica in grado di elaborare un’enorme quantitativo di dati in pochi millesimi di secondo, per rendere l’esperienza di guida assolutamente piacevole e performante.
Seppur rappresenta tecnicamente il futuro dell’automobile, l’abitacolo e la strumentazione della super car made in Japan, sono davvero semplici, con comandi essenziali ed intuitivi, che rendono chi guida padrone di ogni situazione.
In effetti c’è un ritorno al passato nella consolle dei comandi, dove tutto è a misura del pilota, che, ad esempio, azionando una semplice “rotellina”, può cambiare la modalità di guida, scegliendo fra: Quite, Sport, Sport+ e Track.
Auto sostanzialmente perfetta in ogni dettaglio, eccetto ovviamente il prezzo, che di listino, parte dai 201.000 euro, ma si fa presto ad arrivare a cifre più esose, con l’aggiunta degli accessori. Basti pensare che solo i freni a disco in carbon ceramica costa 12.000 euro in più.
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