Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare di fermo amministrativo sui veicoli, si tratta di una “ganascia” imposta dall’Agenzia delle Entrate, a tutela di un credito vantato e non pagato dal contribuente intestatario.
Per recuperare quanto dovuto, tale ente, dopo aver avvisato il debitore in forma scritta, ed intimato al pagamento, procede all’iscrizione al PRA della procedura di fermo. Il veicolo su cui pende questo gravame, diventa inutilizzabile fin quando il debito non viene saldato.
Quindi non si potrà circolare su strada, pena sanzioni molto aspre che vanno dai quasi 2.000 agli 8.000 euro, oltre al sequestro del veicolo incriminato. Non è inoltre consentito di “disfarsi” del mezzo, rottamandolo o radiandolo per esportazione, si può, però, temporaneamente denunciarne la perdita di possesso per inutilizzo presso l’Aci, per evitare di continuare a pagare il bollo durante il periodo di stop.
Uno dei tanti paradossi riguarda l’assicurazione dell’auto, che, se parcheggiata in strada di pubblico passaggio rimane obbligatoria, ma, se rimanesse coinvolta in un incidente, non ci sarebbe risarcimento. Si può, invece, omettere di pagare l’rc, qualora si custodisse la vettura in box privato.
Altra assurdità, è la possibilità, invece, di vendere il mezzo con fermo amministrativo ad un’altra persona, che potrebbe essere ignara di tale blocco, e, acquistandolo, si troverebbe in possesso di un veicolo che non può essere utilizzato.
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Quando il fermo diventa illeggittimo
Per capire se un veicolo è sottoposto a fermo amministrativo, basta fare una semplice consultazione al PRA, anche on-line, o presso un’agenzia di pratiche auto, al costo orientativo di 10€ in questo caso.
Ci sono delle situazioni in cui l’ente che vanta il credito, NON PUO’ applicare il fermo sul veicolo di proprietà, vediamo nello specifico quali sono:
Se l’auto è cointestata sarà salva. Ovviamente in questa ipotesi, se uno dei due proprietari del veicolo, meriterebbe un fermo per debiti personali, questo non potrà essere applicato, perché bloccando il veicolo, si arrecherebbe un danno economico ingiustificato al cointestatario. Una buona idea sarebbe quindi quella di cointestare il veicolo, quando possibile, con il proprio partner per esempio.
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Non posso essere sottoposti a misura di fermo, tutti i veicoli indispensabili per lavoro, siano essi di professionisti o anche dipendenti. In quest’ultimo caso, va però dimostrata l’effettiva utilità del mezzo, legata alla situazione lavorativa. Ad esempio abito in piena campagna e per recarmi in ufficio in centro città a 30 km di distanza non avrei altro modo se non il veicolo.
Se invece, la vostra auto sia stata già “bloccata”, non disperate, anche se non avete l’intera somma necessaria per rimetterla in circolazione, avete la possibilità di “contrattare” un piano di rateizzazione, che, non appena avrete pagato la prima rata, “sbloccherà” il veicolo per potere essere riutilizzato. Nel caso in cui però non sarete costanti con il pagamento delle successive rate, il fermo, si riattiverà, ovviamente tenendo conto di quanto precedentemente versato.