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Nissan Sunny GTi-R, il brutto anatroccolo dei Rally, prende la rivincita.

Correvano gli anni 90, e la passione per il rally, era già esplosa in Italia. Tante le “repliche” in circolazione in quegli anni, dalle blasonate Lancia e Toyota, alle, purtroppo dimenticate, Mitsubishi e Nissan.

Un modello di queste “bombe” gruppo A, poco attenzionato dal pubblico, ma anche dalle riviste specialistiche, e, soprattutto, da mercato, era la Nissan Sunny GTi-R.

Questa vettura, dalle grandi qualità, ma, come nasconderlo, dal look più adatto al parcheggio del supermercato che alla pista, venne, commercialmente, “oscurata” da: Lancia Delta integrale, Ford Escort RS Cosworth e Subaru Impreza Wrx Sti.

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La rivalutazione dopo 30 anni

Nissan Sunny GTi-R Rally (Flickr)

La quattro ruote motrici nipponica, in versione stradale, vantava doti da super car, dando filo da torcere, alle più note, e “vendute” concorrenti. E’ rimasta in produzione per pochi anni, esattamente dal 1991 al 1994 con un numero esiguo di esemplari racing venduti.

La Sunny è dotata di un motore trasversale 4 cilindri, 2.000 di cilindrata, turbo compresso, che eroga ben 227 CV a 6300 giri, con una coppia di 267 Nm. Con i suoi 1220 kg di peso, passa da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi, raggiungendo una velocità massima di 232 Km/h.

La trazione alle quattro ruote, arrivava grazie ad un sistema innovativo chiamato ATTESA Ets, proveniente dalla più grande Nissan Skyline R32, ed assicurava alla vettura, un’ eccezionale tenuta di strada, sopportando senza grandi sforzi, potenze molto al di sopra dello standard.

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Come anticipato, in quegli anni, non godette dell’approvazione del pubblico, forse per le forme, che non rispecchiavano i canoni della “sportiva” dell’epoca. Anche se, a livello di prestazioni, caratteristiche tecniche, e affidabilità, l’auto vantava soluzione da far invidia alle concorrenti. In questo caso, mai più detto fu azzeccato di quello che dice che, “l’abito, non fa il monaco”. 

Nissan Sunny GTi-R stradale (Flickr)

Delle circa 1.500 auto prodotte, ad oggi, sul mercato, ne sono rimaste ben poche. Per chi, in Italia, vuole possederne una, la cifra minima da spendere supera i 40.000 euro per un esemplare originale. Cifra assolutamente record, se pensiamo che nel 1991, facendo la conversione Lira/Euro, per acquistarla nuova si spendevano circa 26.000 euro.

RobertoT

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