Tacco 12, bikini, shorts, e il gioco è fatto, il sexy lavaggio auto, di gran moda, da anni, negli Stati Uniti, tra musica, acqua e bolle di sapone, lo show si fa “bollente” per gli automobilisti, che con piacere attendono ammaliati il loro turno.
Tutti, abbiamo visto nei film, almeno una volta ,un autolavaggio con la scritta, “Sexy Motor Wash”, con belle ragazze, in abiti succinti, che, con movimenti sinuosi e sorrisi accattivanti, erano dedite a rendere perfetta, la tanto amata quattro ruote dei loro clienti. Sicuramente, per il pubblico maschile, le lunghe attese , diventerebbero altroché piacevoli, tutti disposti ad attendere senza fretta, il proprio turno. Questo “fenomeno”, è nato nel 1967 con la bellissima Joy Harman, e tutt’ora in voga, con la più recente Abigail Ratcford.
Molte sono state le celebrità che si sono cimentate, in lavaggi spettacolari e decisamente “bollenti”. Altre star si sono messe alla prova in balletti sexy mozzafiato, come l’attrice Cameron Diaz, che in una famosa scena del film “Bad Teacher”, fa la sua provocazione di Car Washing con una Corvette, attirando gli sguardi dei passanti. Anche l’ affascinante Liv Tyler (figlia del cantante degli Aerosmith), nella pellicola “ Un Corpo da Reato”, si dedica al lavaggio dell’utilitaria Geo Metro, e, come dimenticare la bionda americana Jessica Simpson, con la sua performance, che in una clip, rivolge la sua attenzione al Generale Lee, la mitica auto del telefilm Hazzard.
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“Donne e Motori” gioie e dolori
Il sexy lavaggio, capovolge i detti più diffusi, che vedono il sesso femminile in contrasto con le quattro ruote, perché, le curve sinuose, hanno saputo farsi valere, agli occhi di molti scettici, i quali, non avrebbero mai affidato il proprio gioiello ad una “signorina”, ma tutto cambia se si trasforma in “sex bomb”. Se in America, tutto ciò è realtà, in Italia, c’è ancora da attendere, anche se qualche anno fa ad Olbia ci fu l’inaugurazione di un autolavaggio al femminile, ma fu subito polemica da parte di alcuni movimenti femministi, poiché, ciò che manca è una libertà d espressione, che non venga sovrastata da pregiudizi. Altri, specialmente nelle grandi metropoli italiane hanno tentato “l’operazione” Woman Car Wash, ma il successo non è stato così scontato.
Forse la nostra “cultura” anche a distanza di 50 anni degli “alleati”, non è pronta a recepire tali spettacoli di bolle di sapone, o forse abbiamo un senso più alto dell’immagine femminile che ci fa negare la mercificazione del gentil sesso in questa modalità così cruda.