Da qualche giorno, circola sul web, e non solo, la notizia che i DCPM di Conte, a cui siamo abituati da quasi un anno, a causa dello stato d’emergenza sanitaria, siano stati dichiarati incostituzionali da un Tribunale.
Cerchiamo di fare chiarezza a riguardo, riassumendo cosa è accaduto Il 16 dicembre 2020. Il tribunale civile di Roma, ha emesso un’ordinanza di sfratto per affitti non pagati, nei confronti di un commerciante, il quale, ha tentato di far valere le sue ragioni, dichiarando il suo stato di indigenza, legato alle decisioni di chiusura delle attività derivanti dai decreti anti-covid, emanati dal presidente del consiglio.
Il Giudice “romano”, chiamato a decidere secondo Legge, ha “condannato” il conduttore, motivando che, i DCPM, seppur limitanti le libertà personali e professionali degli individui, rimangono degli atti amministrativi, che, non fanno riferimento a leggi specifiche e, dunque, non in grado di “derogare” norme del codice civile riguardo diritti e obblighi contrattuali (nello specifico “Contratto di locazione” Articoli da 1571 a 1614 del Codice Civile).
In conclusione: il locatore ha il diritto a ricevere gli affitti non percepiti e/o a rientrare in possesso della sua proprietà immobiliare, poiché ha assunto il suo obbligo di “lasciare” a disposizione del conduttore l’immobile oggetto del giudizio; di contro il conduttore non può decidere di “farsi sconti”, poiché, ha deciso lui stesso, di non utilizzare l’immobile locato che, comunque, rientrava nella sua piena disponibilità anche durante il lock-down.
In primo luogo, si può dichiarare l’incostituzionalità di una legge, e non di un atto amministrativo. Per fare questo, c’è bisogno di una SENTENZA da parte di un giudice (di qualsiasi grado, civile e penale), che sottoponga il proprio dubbio, motivandolo, alla Corte Costituzionale. Nel caso “romano”, seppur vi erano molti riferimenti espliciti sulle irregolarità dei dcpm, si trattava non di una sentenza, ma, di una semplice ORDINANZA di sfratto, ed in quanto tale non sottoponibile alla CONSULTA.
Commercianti, artigiani, liberi professionisti in genere, come è noto, sono stati i più colpiti economicamente dalla diffusione del Covid19, ed in un paese come il nostro, probabilmente i meno ascoltati.
Abbiamo intervistato il titolare di una concessionaria auto a Roma (R.T. preferisce rimanere anonimo) e riassumiamo le risposte più significative.
Alla domanda: “Cosa pensa di questa ordinanza del tribunale di Roma, in cui non si prende in considerazione la crisi legata alla pandemia, ma, si applica pedissequamente la legge, come se nulla fosse successo?”
R.T.: “Sinceramente? Sono deluso, io, grazie a Dio, sono riuscito a superare il periodo nero, ma so di tanti colleghi che non ce l’hanno fatta. Riguardo alla sentenza, ah no, scusi, ORDINANZA. Credo ci siano in <ballo> 3 soggetti, e PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA, tutti e tre, HANNO RAGIONE. Mi spiego meglio: IL GIUDICE, ha fatto bene ad applicare la legge e, dimostrato come si fanno le cose nel modo giusto, senza coinvolgimenti personali o emotivi. Il “PADRONE” delle mura (come si dice a Roma), ha ragione anche lui, perché, è “uno dei nostri”, uno che a suo tempo ha investito per poter vivere di quello che il suo immobile avrebbe prodotto e, quindi, ha il DIRITTO di percepire il suo reddito per “campare” (poi non lo conosco, magari è milionario e non gli serviva, vabbè ma questo non c’entra). Infine ha ragione quello che sento più vicino a me: IL COMMERCIANTE, che, come tutti noi per troppi mesi non ha potuto lavorare, e magari già soffriva di una situazione finanziaria non ottimale, vi assicuro che a volte ha più dispiacere chi NON paga che chi NON riceve…..
Quindi per chiudere, “cosa pensa dei DCPM dichiarati illegali?”
R.T.: “Ho studiato poco, perché ho sempre lavorato e pagato le tasse a questo Stato, ma penso, che ci sia una gran confusione. E’ un cane che si morde la coda e così non se ne esce. Il diritto alla salute è fondamentale, ma, giro la domanda a voi: come si è visto in questa storia, ho il negozio a disposizione, ma non ci posso arrivare (salvo che non viva all’interno), perché c’è la zona rossa, e, seppur volessi rischiare io, in giro non c’è un’anima. Il governo in questo caso ha messo tutti contro tutti, non prevedendo interventi seri e concreti, e, tra un po’, si arriverà alla “giustizia privata”, specialmente se si diffondono notizie come queste, che, se non proposte nel modo corretto, generano nel lettore un senso di sconforto, di rabbia, ma soprattutto di abbandono da parte delle istituzioni.”
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