Facciamo chiarezza su una vicenda, troppo spesso fraintesa o sconosciuta: la paternità dell’invenzione del motore a scoppio, è Italiana o tedesca?
Nel 2021, si parla ormai, solo di motori elettrici, ma non dimentichiamo quello che, per tutti gli appassionati di auto e non solo, è stato e sarà sempre il primo amore: il motore a scoppio o a combustione. Erroneamente, lo si attribuisce ad un’invenzione tedesca, in realtà, il primo propulsore, in grado di trasformare l’energia generata da uno scoppio in forza meccanica e dunque, motrice, è stata partorita da due menti italiche: Eugenio Barsanti, professore di fisica di Pietrasanta, e, Felice Matteucci ingegnere di Lucca, nel lontano 1853. Il loro prototipo, fu “brevettato” in Inghilterra e fu adottato inizialmente per motorizzare delle imbarcazioni, forse, proprio per questo, non si associa il nome degli italiani, alla produzione di autoveicoli.
La prima auto a motore endotermico a scoppio
Il fraintendimento, nasce, in realtà, perché un ingegnere tedesco, Karl Benz, prosegue lo sviluppo del propulsore inventato dagli italiani, e, fu il primo, nel 1886 ad installarlo su un veicolo a tre ruote, che chiamò Velociped.
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La particolarità di questa prima auto “moderna”, era che, per partire non aveva bisogno di spinte o di essere trainata, come era accaduto fino a quel momento con i motori a vapore. Il primo test del veicolo però, fu un flop rovinoso, in quanto, la vettura, riuscì a percorrere solo una decina di metri prima di “inchiodarsi”. Seguì un duro lavoro dell’ing. Benz, e solo dopo che la moglie Berta, insieme ai figli, riuscì a viaggiare per oltre 90 km con il veicolo, nel 1888, il progetto ebbe un exploit e divenne di interesse pubblico. Nel 1899, poi, vennero applicate le prime frizioni, così come le conosciamo oggi, che garantivano, partenze ed arresti del veicolo, senza bisogno di traino di nessun genere. Fu così, che, dalla prima azienda di Karl, la Benz & Cie Rheinische Gasmotorenfabrik, nel 1926, nascerà quella che oggi conosciamo come: Mercedes-Benz.