Mancano poche ore all’inizio del nuovo anno, il 2021 è alle porte, mentre il 2020 ci lascia per sempre, tiriamo le somme, di un periodo che ha segnato le nostre abitudini.
Se dovessimo simbolicamente rappresentare, l’anno che sta per concludersi, associandolo ad un veicolo, il mio, sicuramente, sarebbe UNA FIAT DUNA, e il vostro?
Scelgo la Fiat brasiliana per un motivo, e, non è solo quello che starete pensando, cioè un’auto da “dimenticare”, per riassumere metaforicamente un anno altrettanto brutto. La vettura, in effetti, fu definita la più brutta della storia automobilistica italiana, ma, in realtà ha sempre avuto molte competitor in questa lotta per il primato “dell’orrido”, e, di auto mal riuscite, da elencare ce ne sarebbero a volontà, vedi: Alfa Romeo Arna, Lancia Prisma e così via).
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Scelgo Duna, invece, perché in fin dei conti, era effettivamente inguardabile, sì, ma nasceva, con una funzione specifica, quella di sostituire un mito come la 128 (una delle prime auto anche di Diego Maradona). Quindi, con intenzioni assolutamente nobili, e, materiali economici ma robusti, spazi interni generosi rispetto alle dimensioni esterne, doveva riempire il vuoto del segmento B, piccole berline. Tra quello che doveva rappresentare, e quello che è stato poi, ci vedo il paragone con il 2020, un anno che tutti aspettavamo, che sapeva di futuro, di film di fantascienza, ed invece, come la Duna, è stato un flop, non ci ha catapultati nel futuro, ha fatto il contrario, ci ha rinchiuso privandoci degli affetti più cari, e, ahimè, ha fatto soffrire e portato via troppe persone.
La vita della Duna
Come detto, la produzione della UNO berlina, era affidata agli stabilimenti Fiat in Brasile (paese in cui, tra l’altro, riscosse anche un discreto successo rispetto al mercato europeo). Il disegno dell’auto non fu affidato a un bambino di 5 anni (come si è detto spesso, ironizzando sulla semplicità e la rozzezza del design), bensì, al grande Giorgietto Giugiaro, il quale dichiarò, che non voleva “lanciare” l’auto dopo aver capito che sarebbe stato un flop, ma fu Costretto” dalla dirigenza della casa Torinese.
Tre le motorizzazioni italiane: 1.1 e 1.3 benzina, ed un 1.7 diesel. Seppur identica esteticamente alla uno, molte componenti meccaniche erano prese in prestito dalla 127. Arrivata in Europa nel 1987, con la versione berlina e familiare (WeekEnd), furono interrotte le importazioni nel 1991 a causa della scarsa richiesta del mercato.
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Non ci resta che salutare LA DUNA e questo 2020 che ci lascerà finalmente tra qualche ora, per abbracciare con speranza tutto il bello che mi auguro, ci porterà l’anno nuovo. BUONA ANNO A TUTTI VOI.