Secondo studi svolti da un associazione di consumatori, risulta che, quasi il 50% delle auto usate in commercio, hanno ricevuto un “lifting” chilometrico.
Se siete in procinto di acquistare una vettura usata, vi sveliamo qualche trucco, per capire se il veicolo dei vostri sogni è in regola, oppure, è stato “ringiovanito” dal precedente proprietario. Fino a qualche tempo fa, questa pratica, ricordiamo illegale, era monopolio, di un tessuto di professionisti e rivenditori scorretti, mentre oggi purtroppo il meccanismo è diffusissimo anche tra i privati. Con l’avvento della tecnologia, sono nate addirittura aziende che hanno spostato il loro “focus” per rispondere alla richiesta sempre più imponente del mercato illecito dei km; parliamo di piccoli e grandi riparatori auto ed elettrauto, che, hanno fatto dello “scarico” di contaKm la fonte maggiore di reddito, in molti casi raddoppiando il reato con l’evasione fiscale (non immagino, infatti, una fattura che come descrizione riporta “taroccamento strumentazione del veicolo X).
Di pari passo con la crescita di questo fenomeno disonesto, a nostra difesa, abbiamo oggi a disposizioni più metodi di verifica, alcuni “classici”, altri “innovativi”. Tutti, però, si basano sul ragionamento e sulla deduzione, non esistendo dati scientifici garantiti al 100%. Per qualche tempo ha girato la notizia di un super computer in grado di scansionare le centraline dei veicoli (che di norma registrano il chilometraggio), ma come si dice in Italia, fatta la legge e trovato l’inganno, i professionisti dello “scarico” riescono ad abbassare il numero dei km su TUTTE le centraline del veicolo, quindi, anche scansionandole, il dato sarà sempre lo stesso.
Il primo consiglio è il più facile, ed è, quello che, di norma si mette in pratica a prescindere anche inconsapevolmente, quando si visiona un’auto da acquistare: controllare bene lo stato del veicolo, specialmente gli interni, per constatare il consumo anomalo di alcune parti soggette ad usura legata ad un utilizzo prolungato. Il primo indice è il consumo del volante, dei pedali, braccioli e sedile guida, anche se, lascia il tempo che trova, su auto (specialmente tedesche) che utilizzano materiali di buona fattura (io stesso posseggo una vecchia Audi con all’attivo circa 450.000km e devo dire che gli interni sono ancora perfetti, e, se mi dicessero che ne ha percorsi la metà potrei crederci).
La fase successiva, oltre a fare domande inerenti al venditore e cercare di trovarlo impreparato, sta nel verificare se nel cofano motore, o nei punti classici e non, tipo i laterali dello sportello di guida, sono applicate etichette adesive che riportino manutenzioni precedenti ed evidenzino Kilometraggi discordanti.
Un’importanza fondamentale poi, ha il libretto service del veicolo, quando è presente, è già garanzia di affidabilità, ma, anche dove non ci fosse, basta comunicare il numero di targa ad un centro assistenza ufficiale della casa del veicolo per sapere se lo stesso sia “passato”, anche solo per un semplice controllo, e quando. Dovete sapere che le case costruttrici appuntano tutti i dati del veicolo ad ogni ingresso in officina e di norma non ha problemi a comunicarlo gratuitamente a chi ne fa richiesta.
Infine, dal 2017, vengono registrati i km durante le revisioni obbligatorie e sono consultabili mediante diverse applicazioni per smartphone oppure inserendo la targa sul sito ilportaledellautomobilista, così da scoprire lo storico delle revisioni con il rispettivo chilometraggio. Va detto, in questo caso, che il metodo è assolutamente inutile per veicolo che hanno meno di 4 anni di vita (la prima revisione obbligatoria infatti è dopo 4 anni) e per veicoli provenienti dall’estero, che, non sono stati mai registrati sul portale.
Buon acquisto e…. occhio al tarocco!!
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