Scopriamo il segreto di un successo senza tempo che ha reso ICONA un piccola utilitaria italiana
Icona automobilistica da 40 anni nelle versioni “urbane”, affascinante ed alla portata di tutti, La Fiat Panda, prodotta in Italia e partorita dalla geniale lucidità e semplicità di Giorgietto Giugiaro. Nel 1983 grazie alla versione 4×4 è stata la prima auto ad aprire le porte dell’ off-road a tutti, senza distinzioni sociali. Il calciatore Roberto Baggio ancora ne possiede una, e, negli anni ’90, girando per Torino era facile incontrare l’avvocato Agnelli a bordo del suo mini fuoristrada di cui fu proprietario dal 1993 al 2001, quella stessa vettura che successivamente fu battuta all’asta per 37.000,00€.
Tra le caratteristiche che hanno contribuito a creare il mito di questo gioiello a quattro ruote motrici troviamo in primo luogo il prezzo che, seppur elevato per l’epoca risultava inferiore ai proibitivi costi dei fuoristrada “veri”.
Altro punto di forza era lo studio degli spazi interni rispetto alle dimensioni esterne dell’auto. Una Panda prima serie era solamente 50 cm più lunga di una Smart ma poteva ospitare comodamente 5 passeggeri. Abbattendo il sedile posteriore si otteneva uno spazio di carico record; inoltre in maniera semplice si poteva trasformare l’abitacolo dell’auto in un letto matrimoniale oppure creare un amaca dal divano posteriore.
La trasmissione integrale era prodotta interamente dall’austriaca Steyr-Puch e garantiva quelle doti di affidabilità, robustezza e divertimento fuoristradistico che hanno reso celebre la vettura. Tale sistema permetteva l’inserimento delle 4 ruote anche in movimento fino a 60 km/h di velocità.
Rispetto alle motorizzazioni delle versioni due ruote motrici, la 4WD prima serie (83/86) montava un motore 4 cilindri di 965cm cubici con una potenza di 48cv. Questo propulsore ad aste e bilancieri la rendeva brillante grazie al peso contenuto della scocca seppur penalizzando i consumi specialmente nell’uso cittadino. Successivamente (91/94) fu adottato un motore Fire ad iniezione diretta da 999cc. Da ultimo un 1.108cc (95/03) che erogava la bellezza di 54cv pur essendo dotato di impianto di scarico catalitico.
Il cambio dal 1983 al 2003 sostanzialmente è rimasto invariato, non dotato di marce ridotte, aveva 5 rapporti con la prima marcia corta, chiamata in gergo “primino”.
Nel 2003 esce di scena il fuoristrada che ha fatto sognare generazioni nate tra gli anni ’60 e ’70 e che ricordano con un pizzico di nostalgia le scorrazzate di gioventù a bordo della “jeep” di tutti, per lasciare il posto alla Nuova Panda. L’anno successivo, dopo aver vinto il premio per auto dell’anno, la Fiat ha presentato il modello 4×4. La nuova scommessa targata Torino manteneva le caratteristiche di semplicità e guidabilità della prima versione ma con l’inserimento di optional diventati ormai fondamentali nell’uso quotidiano.
Tre le motorizzazioni: lo storico 1.1 fire da 54cv, il nuovo 1.2 benzina da 60cv e l’economico 1.3 diesel multijet da 69cv. Altra novità fu l’utilizzo della TRAZIONE INTEGRALE permanente con giunto viscoso in grado di “regolare” l’utilizzo del 4×4 in base alle condizioni del terreno e alla perdita di aderenza delle ruote, addio dunque alla storica manovella che permetteva l’inserimento delle quattro ruote motrici manualmente.
Nel 2011 nasce la terza serie del mitico suv in miniatura, non si chiama più 4×4 ma CROSS. Nel corso degli anni tantissime case automobilistiche hanno provato ad eguagliare le caratteristiche di questo mostro sacro dell’automobilismo off-road senza risultati apprezzabili. E cosi ancora oggi a distanza di quasi 40 anni dalla nascita, Panda si conferma, a detta anche di molte riviste specialistiche del settore, un must senza tempo con una vita ancora lunga davanti per emozionarci e stupirci come sempre nella vita di tutti i giorni e nelle gite domenicali tra la natura o sulla neve delle nostre splendide montagne.
Mai più slogan fu cosi azzeccato:
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